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“Siamo gli indigeni della repubblica francese”1 : l'apello degli indigeni

 

 Discriminati nell’ accesso al lavoro,nella casa,nella sanità,nella scuola e nella libertà,le persone provenienti dalle colonie vecchie o nuove, e dall’immigrazione post-coloniale sono le prime vittime dell’esclusione sociale e della precarizzazione.

Indipendentemente dalle loro origini effettive,le popolazioni dei  quartieri sono indigenizzate, relegate ai margini della società. Le Banlieues2 sono dette  zone del non diritto che  la Repubblica è chiamata a riconquistare. Controlli all’identità, provocazioni diverse,persecuzioni di ogni sorta si moltiplicano a tal punto che le brutalità poliziesche,persino estreme,  sono sanzionate  raramente da una giustizia che funziona a due velocità.

Per giustificare la Repubblica, si accusano i nostri genitori di vigliaccheria quando noi conosciamo bene i sacrifici,gli sforzi fatti,le sofferenze sopportate: I meccanismi coloniali della gestione dell’ Islam sono rimasti all’ordine del giorno della costituzione del Consiglio Francese del Culto Musulmano sotto l’egida del ministero dell’Interno. Discriminatorio,sessista,razzista, la legge anti-velo è una legge di retaggio coloniale.

Tutto così coloniale,il parcheggio  degli  Harkis3 , e i bambini degli Harkis.Le popolazioni pervenute dalla colonizzazione e dall’immigrazione sono così l’oggetto di discriminazioni politiche.

I rari eletti sono limitati al ruolo di  “ Beur” e di “Black”4 di servizio. Si rifiuta il diritto di voto a coloro che non sono “ Francesi”, nello stesso tempo che si contesta “ il  radicamento “ di quelli che lo sono.

Il diritto alla terra  è rimesso in discussione: Senza diritto  nè protezione, minacciati continuamente di arresto e di espulsione,decine di migliaia di persone sono private della carta di soggiorno. E’ negata la libertà di circolazione; un  numero crescente di Magrebini e di Africani sono costretti a passare  le frontiere illegalmente a rischio della loro vita.

 La Francia è uno stato coloniale.

 Per più di quattro secoli, ha partecipato attivamente alla tratta dei negri e alla deportazione delle popolazioni dell’ Africa Sub-Sahariana. Al prezzo di terribili massacri,le forze coloniali hanno imposto il loro giogo su decine di popoli ai quali hanno sottratto le ricchezze, distrutto le culture, rovinato le tradizioni, negata la storia, cancellata la memoria. I Fucilieri d’ Africa, carne da cannone durante le due guerre mondiali, restano vittime di una scandalosa diseguaglianza di trattamento..

 La Francia resta uno stato coloniale.

 Nella Nuova Caledonia, Guadalupa, Martinica,Guaiana, Riunione, Polinesia,  regnano la repressione e il disprezzo del suffragio universale. I bambini di queste colonie, In Francia, sono stati relegati allo stato di immigrati, di Francesi di seconda categoria senza integrazione di diritti. In certe sue antiche colonie, la Francia continua a conservare una politica di dominio. Una parte enorme delle risorse locali è assorbita dalla vecchia metropoli e dal capitale internazionale. Il suo esercito, in Costa d’Avorio, si comporta come in un paese conquistato.

 Il  trattamento delle popolazioni uscite dalla colonizzazione prolungata,senza riduzione,la politica coloniale.

 Non solo il principio di uguaglianza non viene rispettato, ma la stessa legge,quasi sempre ,non è legale ( doppia pena5,applicazione dello statuto personale alle donne magrebine,sub.-sahariane…).La figura dell’Indigeno continua ad ossessionare l’azione politica,amministrativa e giudiziaria; essa si innervosisce o si incastra in altre logiche di oppressione,di discriminazione e sfruttamento sociale. Così oggi,nel contesto del Neo-Liberalismo,si tenta di far giocare ai lavoratori immigrati il ruolo di destabilizzatori del mercato de lavoro per estendere all’insieme dei salariati più precarietà e flessibilità.

 La cancrena coloniale si impadronisce della cultura.

 L’ esasperazione dei conflitti nel mondo, in particolare nel  Medio-Oriente,si riflette immediatamente in seno al dibattito francese. Gli interessi dell’imperialismo americano,il neo-conservatorismo dell’Amministrazione  Bush incontrano l’eredità coloniale francese. Una frangia attiva del mondo intellettuale,politica e mediatica francesi,girando le spalle alle battaglie progressiste,che pretende di rappresentare,si trasforma  in agenti del pensiero di Bush.Occupano lo spazio nella comunicazione, queste ideologie riciclano la tematica di “conflitto delle civilizzazioni” nella lingua locale del conflitto tra la Repubblica e comunitarismo. Come ai momenti gloriosi della colonizzazione,si tenta di opporre i Berberi agli Arabi, gli Ebrei  agli Arabo-Musulmani e ai Neri.

I giovani “ provenienti dall’immigrazione” sono così accusati di essere il vettore di un nuovo antisemitismo Dietro  il vocabolo ma definito  di “ integralismo”, le popolazioni di origine africana,magrebina o musulmana, sono ormai identificate come la quinta colonna di una barbarie  che minaccerebbe l’Occidente e i suoi “valori”. Furbescamente camuffata sotto il manto della laicità,della  cittadinanza e del femminismo,questa offensiva reazionaria si impossessa dei cervelli e riconfigura  la scena politica. Produce dei danni nella società francese. E’ arrivata già ad imporre la sua retorica all’interno stesso delle forze progressiste,come una cancrena. Attribuire il monopolio dell’immaginario coloniale e razzista alla sola estrema destra è un falso storico e politico.

L’ ideologia coloniale perdura, trasversale alle grandi correnti di idee  che compongono il  panorama politico francese..

 La decolonizzazione della Repubblica  resta all’ordine del giorno

 La  Repubblica dell’ uguaglianza è un mito. Lo Stato e la società devono operare un ritorno critico radicale sul loro passato-presente coloniale. E’ tempo  che la Francia interroghi i suoi Illuminati,che l’universalismo ugualitario affermato durante la Rivoluzione Francese, rifiuti questo nazionalismo  a favore dello “ sciovinismo dell’universale”,che dovrebbe“civilizzare” selvaggi e inselvaggiti. E’ urgente promuovere  delle misure di giustizia e di uguaglianza che pongano un termine alle discriminazioni  razziste nell’accesso al lavoro, alla casa, alla cultura e alla cittadinanza. E’ necessario finire con le istituzioni che riportano le popolazioni pervenute dalla colonizzazione a uno statuto di sotto-umanità. I nostri genitori, i nostri nonni sono stati  schiavizzati, colonizzati,  ridotti allo stato animale,ma  non sono stato distrutti. Hanno preservato la loro dignità di umani attraverso  la resistenza eroica che hanno fatto per affrancarsi dal giogo coloniale. Noi siamo i loro eredi come siamo eredi  di questi Francesi che hanno resistito  alla barbarie nazista,di tutti quelli che sono impegnati con gli oppressi,dimostrando,per il loro impegno ed il loro sacrificio, che la lotta anti-coloniale è inscindibile dalla battaglia per  l’uguaglianza sociale, la giustizia e la cittadinanza. Dien Bien Phu è la loro Vittoria. Dien Bien Phu6 non è una disfatta ma una vittoria della libertà,dell’ uguaglianza e della fraternità.

Per queste stesse ragioni, noi siamo a fianco di tutti i popoli ( dall’ Africa alla Palestina,dall’Iraq alla Cecenia,dai Caraibi all’ America Latina….),che lottano per la loro emancipazione, contro tutte le forme di  dominazione imperialista coloniale e non coloniale.

Noi, discendenti da schiavi e da deportati africani, figli e figlie di colonizzati e d’ immigrati, noi,Francesi e non Francesi  che vivono in Francia, donne e uomini militanti impegnati contro l’ oppressione e le discriminazioni prodotte dalla Repubblica  post-coloniale, lanciamo un appello a coloro che sono  partiti pieni di questo sentimento battagliero , per riunirsi in  Assemblea sull’anticolonialismo,affinchè  contribuiscano all’emergenza di una dinamica autonoma che interpelli il sistema  politico ed i suoi attori,e  al di là, l’insieme della società Francese,nella prospettiva di una battaglia comune di tutti gli oppressi e sfruttati ,per una democrazia sociale veramente egalitaria e universale.

L’ otto maggio 1945, la Repubblica rivela i suoi paradossi: il giorno stesso che i Francesi festeggiano la capitolazione fascista,una repressione inaudita s’ abbatte sui coloni algerini del Nord- Costantina: migliaia di morti!

Il prossimo  otto maggio,sessantesimo anniversario di questo massacro,proseguiamo la lotta anticoloniale con la prima marcia degli indigeni della Repubblica.


Traduzione: Pierangela Contini



1 Questo appello fu pubblicato il 16 gennaio 2005, anno in cui si celebrò a Parigi, 16 aprile il congresso su “anticolonialismo e postcolonalismo” concluso l’8 maggio con “la marcia degli Indigeni della Repubblica”. Questi due eventi rappresentano le basi su cui si è fondato il Movimento.

2 Banlieue, significa quartiere periferico fin dal 1980, ha un significato negativo, anche perché i mass media hanno enfatizzato qualche episodio delinquenziale verificatosi proprio in quei quartieri.

3 Ex combattenti algerini, musulmani , durante la guerra coloniale francese in Algeria. Non sono stati mai riconosciuti cittadini francesi, e dopo varie sofferenze in carcere sono ancora oggi discriminati.

 4 Termini per indicare gli arabi e i neri in vecchio gergo popolare (“beur” si forma  a partire dall’inversione delle sillabe della parola “arabo” in francese: arabe > be-ar >beur). Oggi si sono imposte come parole politicamente  corrette.

 5 Gli extracomunitari che commettono un delitto vengono condannati due volte: la prima perché scontano la pena in carcere, la seconda perché dopo il carcere sono espulsi e rimpatriati al paese d’origine

6 Località dell’Indocina dove l’esercito dei Vietcong nel 1954 sconfisse quello francese. Pochi mesi dopo, a Ginevra, fu firmato un accordo che sanciva l’indipendenza della vecchia colonia francese (Vietnam, Laos e Cambogia) e il ritiro delle truppe coloniali.