Decolonial Translation Group


Cari Lettori,
A seguire una dichiarazione di appoggio alla rivoluzione tunisina scritta da un attivista tunisino esiliato, Sadri Khiari.

L'idea è quella di una raccolta di firme per questa dichiarazione, se siete interessati/e a firmarla, per favore scrivete una e-mail VUOTA a :
solidaritytunisia@gmail.com

Per favore scriva il suo NOME, OCCUPAZIONE e PAESE nel riquadro 'oggetto' nel modo in cui desiderate che appaia nella dichiarazione firmata.


Dichiarazione internazionale di appoggio alla rivoluzione tunisina

La Rivoluzione tunisina è bella. In maniera spontanea, senza direttive, senza organizzazione, il popolo tunisino si è sollevato per far cadere Ben Ali, un dittatore che aveva a disposizione una fitta rete di polizia, potente e tentacolare; un dittatore appoggiato da tutte le grandi potenze con il falso pretesto di costituire “un muro contro l’islamismo”. Quasi unànime, con <<Fuori Ben Ali>> come slogan principale, il popolo tunisino ha trionfato contro il déspota predatore che lo governava. Nel giro di settimane di intense mobilitazioni, scatenate dal trágico sacrificio di un venditore ambulante in una delle regioni più svantaggiate del paese, la storia di Tunisi, e forse la storia di tutto il mondo arabo, è stata scossa.

Dopo questo primo esito, la mobilitazione continua, nonostante tutto il mondo sappia che le principali istituzioni, instáurate dal presidente caduto, continuano a funzionare. Contro le forze della normalizzazione, le forze del cambio esigono prima di tutto la dissoluzione del Raggrupamento Costituzionale Democrático (RCD), che più che un partito, è un órgano di repressione, vigilanza e clientelizzazione.

È risaputo che senza una vera rottura con le istituzioni instaurate dal dittatore, le masse popolari che hanno condotto il movimiento rivoluzionario, e in particolare quelle di giovani, corrono il rischio di essere spossessate della loro vittoria nel nome di un periodo di transizione senza scontri, che non permetterebbe più di qualche minima concessione al popolo. Le stesse concessioni che Ben Ali offriva ‘generosamente’ poche ore prima di essere cacciato dalle potenti manifestazioni popolari.

Tutti sanno che i tunisini non aspettano nè una democrazia di facciata, nè vogliono una política económica dettata dall’Unione Europea nè delle istituzioni finanziarie internazionali, il cui crédito neo-liberale sempre porta a più disoccupazione e miseria. Non vogliono, in nessun modo, una política estera sottomessa agli interessi dei poteri imperiali che hanno fretta di far cessare la Resistenza Palestinese. Tutti sanno in Tunisia che l’onda espansiva di questa rivoluzione nel mondo arabo è una conquista formidabile, che incrementa la  speranza e di conseguenza una delusione sarebbe disastrosa.

L’esperienza storica ha dimostrato che di fronte a dinamiche di questa grandezza, i potenti del mondo intero, quelli che perpetuano  l’oppressione e lo sfruttamento, non smetteranno di ridurla, fino ad estirparla dalla radice e se la minaccia dovesse continuare, distruggerla con la violenza.

Non dubitiamo che a Tunisi, come in altri posti, cominciando sopratutto dal cuore dei servizi degli stati imperialisti, stiano preparando la contro-rivoluzione per reprimere la mobilizzazione popolare una volta per tutte.

Per questo motivo noi: attivisti, intellettuali, cittadini, tutti compromessi con la democrazia e la giustizia sociale, salutiamo il popolo tunisino e la sua Rivoluzione della dignità.

Gli offriamo la nostra solidarietà incondizionata per i suoi sforzi nell’approfondimento del processo democrático e ci compromettiamo nello stare al suo fianco, per preservare le sue conquiste e opporci a qualsiasi tentativo contro-rivoluzionario.

Traduzione: Pierangela Contini.